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4 criptovalute su cui puntano le grandi aziende

Nonostante la forte volatilità che caratterizza le criptovalute, diverse società di primo piano hanno già messo un piede in questo mondo

di Redazione Soldionline 6 feb 2018 ore 11:17

Non è un periodo positivo (per usare un eufemismo) per le criptovalute. Nelle ultime sedute le monete virtuali hanno subito una pesante correzione: in particolare il bitcoin è sceso fino a quota 6mila dollari, rispetto al massimo di 20mila dollari toccato a metà dicembre.
Che futuro si attende, quindi, per queste asset class? Matteo Oddi di Exante ha evidenziato che, nonostante la forte volatilità che caratterizza le criptovalute, diverse società di primo piano hanno già messo un piede in questo mondo, attraverso partnership o progetti pilota.
Nell'analisi seguente Oddi segnala quattro criptovalute che hanno attirato l’attenzione delle blue chip quotate a Wall Street.

 

criptovalute-listaChe si tratti di sfruttare un determinato token come mezzo di pagamento o della capacità di creare applicazioni decentralizzate basate su un registro distribuito, sono diverse le società di primo piano hanno già messo un piede nel mondo delle criptovalute attraverso partnership o progetti pilota.
Non si tratterebbe altro della spia di un “fenomeno più ampio di legittimazione delle criptovalute” e che si estende “alle ICO lanciate da grandi società come Telegram e al lento processo di regolamentazione da parte di autorità e governi”, per usare le parole di Anatoliy Knyazev di Exante, broker che ha lanciato il primo fondo in bitcoin.
Delle oltre 1.500 criptovalute presenti sul mercato, ce ne sono quattro in particolare che hanno attirato l’attenzione delle blue chip quotate a Wall Street e di altri grandi brand internazionali.
Diamo un’occhiata più da vicino.

  1. Ethereum

    Grazie alla Enterprise Ethereum Alliance, che conta circa 200 società provenienti dai settori più disparati, Ethereum può contare saldamente sul primato di criptovaluta più amata dalle grandi aziende.
    L’alleanza, formata nel 2017, vede il coinvolgimento di pesi massimi come JPMorgan Chase, Microsoft, Intel, Mastercard e Credit Suisse. Tutti soggetti che guardano con interesse in un modo o nell’altro alla blockchain personalizzabile di Ethereum, il cui fiore all’occhiello è costituito dagli smart contract, un tipo di contratto che si esegue autonomamente secondo parametri pre-impostati e che va ad eliminare costi ed intermediari.
    E questo senza menzionare l’appeal che Ethereum ha dimostrato di esercitare nei confronti dell’utilizzo nella pubblica amministrazione, come dimostrano i casi di database testati in paesi come Svizzera e Canada.

  2. IOTA

    IOTA occupa una posizione peculiare all’interno del settore delle criptovalute, grazie al suo focus come valuta digitale per i dispositivi dell’Internet of Things e all’uso del Tangle, un tipo di tecnologia del registro distribuito che differisce dalla blockchain per il suo sistema asincrono di microtransazioni parallele (senza costi di commissione e senza bisogno di validazione da parte dei miner).Tra i soggetti che si sono avvicinati maggiormente all’ecosistema di IOTA si contano la città di Taipei (attraverso la firma di un memorandum d’intesa per realizzare una “tecnologia di condivisione dei dati per sensori palmari che possono essere installati in case o edifici pubblici”) e Robert Bosch Venture Capital, il braccio di investimenti finanziari del colosso tedesco Bosch, che, come riportato da Forbes, ha acquisito “un numero significativo di token”.
    Degno di nota anche la posizione di MatchX, società tedesca specializzata nel connettere dispositivi elettronici su internet, che in un tweet ha lasciato trasparire una collaborazione con IOTA per sfruttarne il network, e la decisione del comune olandese di Haarlem di sviluppare una soluzione basata sulla tecnologia di IOTA per la verifica e l’amministrazione di documenti legali.

  3. Ripple

    A partire da novembre Ripple ha aggiunto diversi nomi di rilievo alla lista di società che ne sperimenteranno la blockchain, fra cui spiccano i test portati avanti da American Express e Santander UK in Occidente, e da 37 istituti tra cui SMBC e Resona Bank in Corea del Sud e Giappone, dove tra l’altro Rippe è riuscita a formalizzare una joint venture con il colosso finanziario SBI Holdings per realizzare un registro unico delle transazioni effettuate con carte di credito. I maggiori provider nipponici hanno dato la loro adesione.
    Ma probabilmente la partnership più importante per investitori e trader è quella con il servizio di trasferimento di denaro MoneyGram, che ha annunciato un progetto pilota che coinvolge il token XRP.

  4. Stellar

    Mentre Ripple punta a connettere le banche di tutto il mondo, la rivale Stellar sembra avere in mente una nicchia diversa: le multinazionali.

    A porre questo progetto sotto i riflettori (oltre a far levitare il prezzo del token XLM) è stata la partnership con KlickEx, una società specializzata nelle transazioni di valuta estera nelle aree del Pacifico, e IBM, azienda leader nel campo dell’informatica. Lo scopo dichiarato è “sviluppare una soluzione blockchain per i pagamenti cross-border in grado di ridurre i costi di transazione e aumentare la velocità delle transazioni in modo significativo”.

 

La titolarità dell'analisi che qui riportiamo è dell'autore della stessa, e l'editore - che ospita questo commento - non si assume nessuna responsabilità per il suo contenuto e per le finalità per cui il lettore lo utilizzerà.

IBM, che genera decine di miliardi di dollari da clienti stranieri, vede chiaramente del potenziale nella promessa di risoluzione delle transazioni in cinque secondi. Se la collaborazione darà gli esiti sperati, altri colossi potrebbero bussare alla porta di Stellar.

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