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Reddito di dignità: la proposta di Silvio Berlusconi contro la povertà

Sotto i 1000 euro non si dovranno pagare le tasse. Lo Stato interverrà per portare il reddito mensile al livello di dignità stabilito dall'Istat. Ecco come funziona il Reddito di dignità di Silvio Berlusconi e perché è diverso dal Reddito di cittadinanza.

di Marco Delugan 29 dic 2017 ore 10:53

Reddito di dignità, così lo ha chiamato Silvio Berlusconi. E subito, nella campagna elettorale per le elezioni politiche 2018, sono partiti i confronti con la proposta di Reddito di cittadinanza fatta negli scorsi anni dal Movimento 5 Stelle. Ma in entrambe le proposte il Reddito di cittadinanza vero e proprio c'entra poco.

Sia il Reddito di dignità che il Reddito di cittadinanza targato M5S, almeno nelle sue ultime versioni, sono infatti misure selettive, sono sottoposte alla così detta prova dei mezzi e vanno a innalzare i redditi al di sotto di una certa soglia per portali, appunto, a una soglia prestabilita.

Il vero Reddito di cittadinanza, invece, è un reddito universale, dato a tutti, ricchi o poveri che siano. E non è sottoposto ad alcuna prova dei mezzi.

 

COS’E’ IL REDDITO DI CITTADINANZA

L'idea di un reddito di cittadinanza, e cioè di un reddito per tutti, basta che siano cittadini, ha una lunga storia. E quindi diverse accezioni e diverse soluzioni concrete, anche se quasi tutte sono state solo esperimenti limitati nel tempo e nella dimensione delle categorie sociali coinvolte. A parte quello che sta avvenendo da circa 30anni in Alaska, dove il governo trasferisce le entrate delle concessioni per lo sfruttamento dei pozzi petroliferi a un fondo di investimento vincolato. Una quota dei guadagni del fondo viene poi pagata ogni anno a ogni cittadino residente da almeno due anni. L’importo medio annuo del trasferimento si è collocato, dal 2000 a oggi, tra i 900 e i 2000 dollari.

Il primo a usare il termine Reddito di cittadinanza è stato il filosofo Thomas Paine nel 1797, nel suo testo La giustizia agraria. Il concetto è stato poi ripreso da filosofi ed economisti di diversa estrazione, da socialisti come Joseph Charlier a liberali come Milton Friedman e Friedrich von Hayek. In tutti i casi, l'obiettivo è quello della lotta alla povertà.

L'idea comune a tutte le diverse versioni di Reddito di cittadinanza è quella di "un reddito erogato in modo incondizionato a tutti, su base individuale, senza alcuna verifica della condizione economica o richiesta di disponibilità a lavorare" (Basic Income Network).

E' stato anche chiamato Reddito di base da chi intende estenderlo anche ai non cittadini, come ad esempio i residenti regolari da un numero prefissato di anni.

 

IL REDDITO DI DIGNITà DI SILVIO BERLUSCONI

berlusconiIl Reddito di dignità non è ancora ben definito in tutte le sue componenti. Quello che si sa, dalle parole stesse si Silvio Berlusconi, è che sotto i 1000 euro al mese di reddito non si dovranno pagare le tasse. Lo Stato interverrà inoltre per integrarlo in modo da portarlo al livello di "dignità" stabilito dall'Istat. Tale livello potrà poi variare in base al numero dei figli a carico e alla zona del paese in cui la persona vive.

 

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Alla fine, Reddito di dignità è un nuovo modo di chiamare quello che già da molto tempo va sotto il nome di reddito minimo garantito. Come abbiamo accennato sopra, interventi di questo tipo si differenziano dal Reddito di cittadinanza perché non sono né universali, né incondizionati. Prevedono infatti il rispetto di alcune condizioni - un reddito sotto una certa soglia, in questo caso - e le procedure necessarie a provare che tali requisiti esistano realmente. E cioè la così detta prova dei mezzi.

Berlusconi ha motivato questa sua proposta durante un'intervista rilasciata a un'emittente radiofonica con la necessità di mettere in atto misure di contrasto alla povertà (il Reddito di inclusione sociale va in questa direzione).

Il numero di poveri è aumentato del 65% in dieci anni. Nessuno può vivere bene, anche chi è agiato, sapendo che intorno a noi ci sono milioni di italiani che devono dipendere dalla assistenza pubblica o dalla carità privata e non hanno accesso alle cure mediche.

 

LA PROPOSTA DEL MOVIMENTO 5 STELLE

La proposta del Movimento 5 Stelle si è trasformata nel tempo. E oggi è anch'essa più in linea con l'idea di reddito minimo garantito che con un Reddito di cittadinanza vero e proprio.

Nel disegno di legge 1148 del 29 ottobre del 2013, la proposta si sostanzia infatti come un intervento volto al sostegno del reddito di chi guadagna meno di 9.360 euro l'anno (6/10 del reddito medio UE). E' cioè una forma di integrazione che colma la distanza tra il reddito effettivamente guadagnato e quello che dovrebbe essere il reddito minimo garantito.

Come il Reddito di dignità, anche la proposta di M5S non è un intervento universale ma selettivo. E il beneficiario dovrebbe inoltre partecipare a progetti di formazione e di reinserimento sociale, pena la perdita dell'integrazione.

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