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Come diventare arbitro di successo

Fare l'arbitro è innanzitutto una passione! Ma per avere successo ci vogliono una serie di caratteristiche che sono valide sia per gli arbitri di serie A, sia per chi si diletta sui campi della provincia. Ricordando che essere arbitro deve essere fonte di orgoglio anche per chi non ha – o non ha più – ambizioni di carriera, l'arbitro che rincorre il successo dovrà avere nel suo bagaglio tecnico e caratteriale una serie di valori imprescindibili.

di marco707 30 giugno 2011
Istruzioni
Difficoltà
  1. Autorevolezza. Gli arbitri che non commettono errori non esistono. Ma se vuoi realmente avere successo, ci riuscirai solo se, durante la partita otterrai sempre il rispetto dei giocatori. E per avere rispetto, non basteranno urla e cartellini (autorità): ci vuole autorevolezza. E tu la dimostrerai fin dal tuo arrivo al campo, presentandoti con serietà, cortesia, cura dell'immagine e rispetto per i tuoi interlocutori.
  2. Sul campo, la dimostrerai avendo un comportamento univoco e non cedendo a tentennamenti, ma soprattutto resistendo alla minaccia più forte che ti arriverà da calciatori, allenatori e dirigenti: il condizionamento. I calciatori – è un atteggiamento umano – cercano continuamente di influenzare il direttore di gara. Se tu sarai in grado di resistere e giudicare serenamente proteste, fragorose cadute a terra e urla di dolore straziante, allora sei sulla buona strada.
  3. Atletismo e tattica. Il calcio è in continua evoluzione tattica e atletica e l'arbitro non può essere da meno. I calciatori, anche ai livelli minori, sono atleti preparatissimi nella resistenza e nello scatto. Anche l'arbitro inattaccabile sotto il profilo regolamentare, non può più permettersi di rimanere lontano dall'azione: la velocità del gioco gli potrebbe far perdere quell'angolo di vista o quel tocco di mano, che, invece, da una corretta distanza, non sarebbe scappato. Dimostrare di essere preparati atleticamente, contribuirà inoltre a rafforzare quell'autorevolezza di cui abbiamo parlato prima.
  4. Un tempo, si diceva che era meglio se un arbitro non avesse mai giocato a calcio prima di iniziare l'attività. Oggi è invece valido l'opposto, proprio perché l'arbitro deve conoscere al meglio tutti gli aspetti tecnici e tattici del gioco. E se gli arbitri professionisti conoscono a menadito le caratteristiche di ogni singolo calciatore, cionondimeno anche l'arbitro dilettante deve perlomeno riconoscere le tattiche attuate dalle squadre che sta' arbitrando.
  5. Uniformità di giudizio. Questo aspetto è fondamentale durante la direzione di una gara. Generalmente ogni arbitro vanta personali attitudini che esprime sul terreno di gioco, ad esempio più permissivo su certi contatti (calcio all'inglese) e sulle proteste. Ma, indipendentemente dalle sue abitudini, l'arbitro dovrà mantenere un metro di giudizio uniforme, intervenendo allo stesso modo, non solo nei confronti di giocatori di una e dell'altra squadra, ma anche con elementi della stessa compagine.
  6. Lo stesso atteggiamento univoco ci dovrà pure essere nelle minacce di sanzioni: se, dopo l'avvertimento, l'arbitro non darà seguito al conseguente provvedimento disciplinare (ammonizione o espulsione), perderà immediatamente quell'autorevolezza così faticosamente conquistata. Ruota proprio tutto attorno a questo: autorevolezza!
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