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Unioncamere, lavoro: 47mila lavoratori difficili da reperire nel 2013, 18mila in meno del 2012

Più evidente quest’anno il disallineamento dovuto al numero di alcuni profili professionali o alle loro competenze considerate ancora insufficienti

di Redazione Soldionline 22 nov 2013 ore 16:14
Comunicato stampa di Unioncamere

Per 47mila posti di lavoro, 13 ogni 100 assunzioni tra quelle programmate anche in questo 2013 di crisi e di crescenti difficoltà sul versante dell’occupazione, ci sono imprese che hanno difficoltà a reperire personale adeguato. Sensibile però la riduzione di questa quota di entrate rispetto all’anno scorso (quando erano oltre 65mila, pari al 16,1%), per non parlare della distanza davvero notevole con gli anni passati (nel 2008 erano 217mila, pari al 26,2%).

Tra i laureati, i primi in classifica sono gli esperti software e di gestione aziendale e gli analisti programmatori.
Tra i diplomati, la ricerca non sarà facile per gli sviluppatori di software, i disegnatori tecnici e gli assistenti socio-sanitari. Questo quanto emerge dall’approfondimento dell’analisi annuale del Sistema informativo Excelsior di Unioncamere e Ministero del Lavoro, diffuso a Verona in occasione di Job&Orienta.

Sono le stesse imprese a chiarire come questo disallineamento del mercato del lavoro sia possibile anche in un periodo in cui l’offerta è elevata e la domanda proveniente dal settore privato rallenta (367.500 le assunzioni non stagionali programmate quest’anno, 40mila in meno di quelle previste nel 2012). Il 2,3% delle assunzioni totali, anche quest’anno, in misura analoga al precedente, è carente a causa di un problema sostanziale e ormai cronico di offerta.

Si tratta in prevalenza di profili di laureati in materie scientifiche e tecniche, come, ad esempio, coloro che hanno studiato ingegneria elettronica e dell’informazione. Un ulteriore motivo di disallineamento è imputato dalle imprese a un gap di aspettative. In sostanza, secondo gli operatori economici, ci sono alcuni profili che per motivi legati al percorso di carriera o al consenso sociale intorno a determinate professioni, spesso di più basso profilo, non soddisfano i desiderata dei potenziali candidati. Tra questi, i laureati in indirizzo linguistico e sanitario-paramedico e i diplomati in indirizzo agrario-alimentare.

Quest’anno la quota di assunzioni “difficili” motivata da questo gap risulta in consistente flessione rispetto al 2012
(rappresenta il 3,3% delle entrate totali, mentre lo scorso anno erano il 5,8%). La terza motivazione addotta dalle imprese è quella che maggiormente rende evidente la “distanza” tra mondo dell’impresa e sistema della formazione. Nel 6,2% delle assunzioni (un punto percentuale in meno rispetto al 2012), il sistema produttivo lamenta competenze non adeguate alle mansioni da svolgere, che possono riguardare la formazione, la necessaria esperienza e alcune competenze trasversali (capacità di lavorare in gruppo, capacità di problem solving, flessibilità e adattamento, ecc.) per assolvere l’incarico da parte dei candidati.

E’ un problema sostanziale, che investe quasi in pari misura laureati e diplomati ma che viene segnalato con una discreta frequenza per alcuni indirizzi di diploma considerati quest’anno difficilmente reperibili, tra i quali l’agrario-alimentare, l’informatico e il meccanico.
 
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