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Platino e palladio, fondamentali in grande miglioramento

Il quadro di fondo per i metalli che rientrano nei cosiddetti PGM (Platinum Group Metals costituito da oltre che Platino e Palladio anche da Rodio, Rutenio, Osmio e Iridio) sta diventando estremamente positivo

di Redazione Soldionline 22 mag 2013 ore 11:13
Articolo a cura di JCinvestimenti.it

Il quadro di fondo per i metalli che rientrano nei cosiddetti PGM (Platinum Group Metals costituito da oltre che Platino e Palladio anche da Rodio, Rutenio, Osmio e Iridio) sta diventando estremamente positivo.
Pur coinvolti nel recente crollo dell’oro che ha penalizzato tutti i metalli preziosi e industriali, platino e palladio nei prossimi mesi potrebbero beneficiare da due eventi potenzialmente molto positivi.
Il primo risale alla fine di marzo e riguarda l’intenzione di Russia e Sudafrica di costituire un blocco commerciale, che sostanzialmente sarebbe un cartello come l’OPEC per il petrolio.
L’accordo è stato ufficializzato a Durban (Sudafrica) al quinto summit delle economie emergenti. Il contesto di fondo per i produttori dei due metalli è molto negativo, perché se la domanda è tendenzialmente stabile per i PGM nel complesso (il palladio sostituirà gradualmente il platino nei processo catalitici dei motori a benzina), l’offerta è stata drasticamente ridotta in Sudafrica, con la chiusura di alcune delle miniere in perdita da parte di produttori come AngloPlat e Lonmin.

Per i produttori attualmente non c’è alternativa alla riduzione dell’offerta, in quanto i costi energetici e salariali sono aumentati e, contemporaneamente, è sempre più geologicamente complesso estrarre la materia prima.
Nel caso del platino uno strutturale calo della produzione penalizza il PIL del Sudafrica, che da solo produce circa il 70% dell’offerta.
Da qui la sua decisione di accordarsi con la Russia, primo produttore di palladio, “per realizzare azioni congiunte”.
Insieme Russia e Sudafrica possiedono circa l’80% dell’offerta mondiale dei due metalli e, un cartello ufficiale, potrebbe compensare attraverso un aumento del prezzo di vendita gli attuali squilibri economici sul fronte produttivo.
Tradizionalmente in tutti i casi in cui il prezzo di una commodity scende al di sotto dei costi complessivi di produzione, si attiva un processo di aggiustamento che può durare mesi se non trimestri. Nel caso in cui invece dovesse esserci un cartello in grado di “aggiustare” l’offerta esistente gli squilibri potrebbero rientrare prontamente, riportando rapidamente il prezzo di mercato al di sopra dei costi medi di produzione, per assicurare un congruo margine ai produttori.

Il secondo evento positivo per platino e palladio sono le previsioni di squilibrio tra domanda e offerta da parte di alcune tra le più accreditate società di analisi dei PGM: Capital Economics e Johnson Matthey.
I primi ipotizzano un aumento dei prezzi del palladio del 22% (target $875 per oncia) e del platino del 33% (target $2000 per oncia) entro la fine del 2014, grazie al nuovo cartello tra i produttori, al taglio dell’offerta e a possibili nuovi scioperi dei minatori in Sudafrica.
Johnson Matthey si focalizza invece sul calo di produzione del 2012, che ha portato il livello delle scorte al 2002 per il platino e al 2000 per il palladio.
Nel caso del platino, a fronte di una domanda in calo dello 0,6%, la produzione è diminuita del 13%, creando una riduzione delle scorte.

Nel caso del palladio, la Russia che ha sempre integrato con le sue scorte strategiche la domanda in eccesso rispetto alla produzione, non sembrerebbe più in grado di attingervi. Le scorte strategiche russe di palladio sono coperte da segreto di stato, ma da alcuni anni circolano insistenti voci che siano seriamente in diminuzione.
A parte il cartello tra Russia e Sudafrica in via di costituzione, una variabile da tenere conto nei prossimi mesi per prevedere l’andamento dei due metalli preziosi è sicuramente l’andamento del settore automobilistico. In caso la domanda di auto trainata dai mercati emergenti dovesse crescere nel 2013, potrebbe diventare maggiormente palese lo sbilancio tra domanda e offerta, spingendo gli investitori finanziari attraverso gli ETF (che investono sul metallo fisico togliendolo dalla circolazione) a speculare sul rialzo dei prezzi, contribuendo a rendere il mercato dei PGM ancora più squilibrato.

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Bloomberg: grafico del Palladio dal 1993


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Bloomberg: grafico del Platino dal 1993


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