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L’occupazione sarà il problema dei prossimi 30 anni

Lo ha detto Eric Schmidt, presidente del consiglio di amministrazione di Google, in un suo intervento al World Economic Forum di Davos. La tecnologia ci farà soffrire

di Marco Delugan 5 feb 2014 ore 16:30

L’economia globale mostra segnali di ripresa, ma potrebbe essere una ripresa senza lavoro. Una ripresa, cioè, che potrebbe non vedere nuova occupazione e che, secondo alcuni, sarebbe addirittura pronta a distruggerne. Ad essere maggiormente colpita dalla crisi occupazionale sarebbe la classe media dei paesi più avanzati.

Come riportato dal Corriere delle Comunicazioni, Eric Schmidt, presidente del consiglio di amministrazione di Google, ha posto il problema in termini estremamente chiari in un suo intervento al recente World Economic Forum di Davos: “Il problema occupazionale sarà quello che definirà il mondo dell’economia nei prossimi due-tre decenni”. Lo scenario tratteggiato da Schmidt non è del tutto nuovo, ma tipico dei periodi di forte trasformazione tecnologica come lo è stato, ad esempio, quello delle diverse rivoluzioni industriali.

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Negli anni '30 il famoso economista John Maynard Keynes ne parlava così:

Siamo affetti da una nuova malattia di cui alcuni lettori non hanno forse ancora letto il nome, ma di cui sentiranno molto parlare negli anni a venire e cioè la disoccupazione tecnologica. Ciò significa una disoccupazione causata dalla scoperta di strumenti atti a economizzare l’uso di manodopera e dalla contemporanea incapacità di tenerne il passo trovando altri utilizzi per la manodopera in esubero.

Secondo il chairman di Google, a causa dell’evoluzione tecnologica molte persone verranno espulse dal mercato del lavoro per obsolescenza, perché, cioè, le loro capacità e competenze professionali, anche se di buon livello di specializzazione, diventeranno non più utilizzabili in nessun lavoro. Secondo Schmidt ci vorranno ancora 20-30 anni per riavvicinarsi ad una situazione di maggiore equilibrio.

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