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Governo Renzi: gli interventi per il lavoro

Capitolo fondamentale per qualsiasi Governo, il tema del lavoro sarà decisivo per le ambizioni di Matteo Renzi. Ecco, a grandi linee, i provvedimenti che dovrebbero venire discussi a marzo.

di Marco Delugan 18 feb 2014 ore 16:35

Nel programma che Matteo Renzi ha brevemente delineato ieri, dopo aver accettato “con riserva” l’incarico ricevuto dal Presidente Giorgio Napolitano di formare un nuovo Governo, c’è l’importante tema del lavoro, della legislazione che lo riguarda e dei modi per rilanciare l’occupazione. L’agenda del futuro Governo prevede che questo capitolo venga affrontato nel mese di marzo.

E’ presumibile che le linee generali che Renzi potrebbe seguire in questo campo siano quelle già tracciate nel Job Act e rese pubbliche poche settimane fa e cioè: più lavoro e meno precarietà.

IL RILANCIO DELL'OCCUPAZIONE - Per quanto riguarda il rilancio dell’occupazione, è possibile che Renzi voglia puntare sui settori della ricerca e dell’innovazione sperando che i risultati degli studi dell’economista italiano Enrico Moretti trovino conferma anche nel nostro paese. Enrico Moretti sostiene infatti che per ogni posto di lavoro creato in questi settori ne vengano creati altri cinque in quello dei servizi. E così 200mila nuovi posti di lavoro in ricerca e innovazione porterebbero a un milione di nuovi posti di lavoro. In questo senso andrà la prevista incentivazione dell’assunzione dei giovani under 30, ulteriormente agevolata proprio nei settori della ricerca e dell’innovazione.

A sostenere l’occupazione andrebbe anche il taglio dell’Irap.

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contratto_2CONTRATTO UNICO DI INSERIMENTO - Per quanto riguarda la legislazione sul lavoro, uno degli obbiettivi sarà quello di superare l’eccessiva quantità di contratti atipici sostituendoli con il contratto unico di inserimento a tutele progressive che porterebbe in tre anni il neo assunto ad avere le tutele piene di un lavoratore dipendente. Nelle aziende con più di 15 dipendenti l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori scatterebbe quindi solo dopo i tre anni. Le aziende avrebbero così la libertà di licenziare entro i tre anni dall’inizio dell’inserimento, con un indennizzo crescente in base all’anzianità di servizio.

LE POLITICHE PER L'IMPIEGO - Saranno rafforzate le politiche per l’impiego, mettendo in rete i servizi di collocamento pubblici e privati. Verranno riformati gli ammortizzatori sociali, riducendoli per i lavoratori della grande industria ed estendendoli agli altri settori dove prima non erano previsti. La ricezione di un assegno di disoccupazione sarà subordinata alla partecipazione a progetti di formazione e reinserimento lavorativo. E’ comunque previsto un sostegno anche per i lavoratori non più ricollocabili.

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