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IVA (Imposta sul valore aggiunto): cos'è, come funziona e come si paga

L'IVA, (acronimo di Imposta sul Valore Aggiunto) è una delle principali imposte italiane. Viene pagata dalle partite IVA, ma il costo finale ricade sui consumatori

di Marco Delugan 26 mar 2019 ore 16:24

Lo Stato finanzia le proprie attività attraverso tasse, tariffe e imposte. Anche se spesso questi termini vengono utilizzati come sinonimi, in realtà indicano cose diverse. Tasse e tariffe vengono infatti pagate a fronte di servizi determinati, come la tassa sui rifiuti o le tariffe per gas e luce. Oppure per il trasporto ferroviario. Mentre le imposte sono trasferimenti obbligatori dai contribuenti allo Stato che non hanno come corrispettivo un servizio specifico, ma vanno appunto a finanziare l'attività dello Stato intesa in senso generale. E tra le imposte c'è appunto l'IVA, l'imposta sul valore aggiunto.

Le tariffe sono dei veri e propri prezzi, e cioè corrispettivi di natura contrattuale. Mentre le tasse vengono stabilite dalla legge.

Le imposte si dividono poi in imposte dirette e imposte indirette. Quelle dirette vanno a incidere su quella che viene chiamata capacità contributiva, e cioè su cose come il reddito e il patrimonio. Le imposte indirette vanno invece a incidere sulla ricchezza quando viene spesa, come le imposte sui consumi. L'imposta sul valore aggiunto è una imposta indiretta che va a incidere sui consumi.

 

In questa guida:

 

COS’E’ L’IVA (IMPOSTA SUL VALORE AGGIUNTO)

ivaL’IVA è una imposta che viene applicata sul valore aggiunto di ogni fase di produzione e di scambio di beni e servizi.  Con valore aggiunto si intende l'incremento di valore delle materie prime iniziali per l'intervento del lavoro, delle macchine e delle attrezzature di produzione. Il valore aggiunto è quindi la differenza tra il valore finale di ciò che viene prodotto meno il valore iniziale dei beni e servizi acquistati per essere impiegati nel processo produttivo. Viene applicata al consumatore finale, ma anche nella vendita di un semilavorato da un'impresa a un'altra.

Non tutte le operazioni di questo genere sono però imponibili. Alcune non lo sono, altre sono esenti o escluse.

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OPERAZIONI NON IMPONIBILI E OPERAZIONI ESENTI

Perché l'imposta sul valore aggiunto possa essere applicata devono sussistere tre presupposti detti oggettivo, soggettivo e territoriale. Il presupposto oggettivo è che si realizzino cessioni di beni o prestazioni di servizi. Quello soggettivo è che queste cessioni e prestazioni siano effettuate da soggetti che svolgono abitualmente attività di impresa o di lavoro autonomo. Il presupposto territoriale è che queste operazioni avvengano all'interno del territorio dello Stato.

Le operazioni escluse sono quelle a cui manca uno dei presupposti fondamentali. Mentre le operazioni esenti sono quelle per cui, pur esistendo tutti i presupposti appena indicati, la legge prevede che su quelle l’imposta non venga pagata. Sono ad esempio le prestazioni sanitarie, quelle didattiche ed educative e altre prestazioni di utilità sociale. E i servizi di credito, quelli finanziari e quelli assicurativi.

 

CHI DEVE PAGARE L’IVA

L'imposta sul valore aggiunto si applica sulla cessione di beni e servizi che avvengono nell'esercizio di imprese o di arti e professioni all'interno del territorio nazionale, comprese le importazioni e le operazioni intracomunitarie.

La deve pagare chi svolge lavoro autonomo in maniera stabile e continuativa, che sia persona fisica o società, per cessione di beni e prestazioni di servizi che avvengono sul territorio nazionale. La pagano quindi le partite IVA. E il consumatore finale.

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QUANDO SI DEVE PAGARE L’IVA

Il fornitore acquista un bene o un servizio su cui paga l'IVA. Quando lo rivende, addebita l'imposta al cliente. Alla fine del percorso, solo il consumatore finale paga davvero l'IVA. In tutte le altre fasi di trasformazione e vendita, infatti, chi acquista addebita poi a chi vende.

Per quanto riguarda le imprese, si chiama IVA a debito quella sulle vendite, e IVA a credito quella sugli acquisti. Quella a debito deve essere versata periodicamente allo Stato. La cadenza può essere mensile o trimestrale.

Per calcolare quanto si deve pagare, bisogna sottrarre l'IVA a credito (sugli acquisti) dall'IVA a debito (sulle vendite). Se il risultato è maggiore di zero, allora si deve pagare l'IVA.

 

QUANTO SI DEVE PAGARE DI IVA

L'imposta sul valore aggiunto viene normalmente calcolata sulle fatture emesse e sulle fatture dovute. Anche se non sono state pagate e saldate.

L'ammontare dipende poi dal prezzo del bene e dall'aliquota. Le aliquote previste sono le seguenti:

  • l'IVA al 4% su generi di prima necessità;
  • l'IVA al 10% sui servizi turistici, alimentari ed edili;
  • l'IVA al 22% per tutti gli altri beni e servizi.

 

COME PAGARE L’IVA

L'IVA deve essere versata con il modello F24 attraverso modalità telematiche. Lo si può fare direttamente, attraverso i servizi Fisconline o Entratel. Oppure tramite intermediari autorizzati, come ad esempio professionisti, associazioni di categoria e Caf.

Il pagamento deve essere fatto entro il giorno 16 del mese successivo a quello di liquidazione, o del secondo mese successivo al termine del trimestre di riferimento. Nel caso di pagamento trimestrale l'IVA va maggiorata dell'1%. Nel caso contrario, e cioè quando l'IVA a credito supera quella a debito, può essere compensata nel modello F24 e ridurre l'ammontare degli altri pagamenti dovuto allo Stato o ad altri Enti pubblici.

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