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La Legge 104 spiegata in pillole

Cos'è la 104? Una legge del 1992 che ha lo scopo di incoraggiare e promuovere il diritto all'inclusione sociale e professionale dei disabili e delle loro famiglie. Ecco requisiti e agevolazioni

di Francesca Secci 21 set 2018 ore 16:33

Per incoraggiare e promuovere il diritto all'inclusione sociale e professionale dei disabili e delle loro famiglie lo Stato ha varato nel 1992 la cosiddetta Legge 104. In questa guida capiremo cos'è la 104, quali le agevolazioni che garantisce e quali sono i requisiti per usufruirne.

 

CHE COS’È LA LEGGE 104

La Legge 104 è una normativa quadro che contiene disposizioni in materia di assistenza, integrazione sociale e diritti delle persone diversamente abili. Entata in vigore nel febbraio 1992 è stata poi modificata nel 2000 dalla legge 53, nel 2010 dalla legge 183 e nel 2011 dal decreto legislativo 119.

All’articolo 33, sono disciplinate le agevolazioni riconosciute ai lavoratori affetti da disabilità grave e ai familiari che assistono una persona con handicap in situazione di gravità.

Il primo articolo della legge chiarisce cosa s’intende per persona con grave disabilità: “Colui che presenta una minorazione fisica, psichica o sensoriale, stabilizzata o progressiva, che è causa di difficoltà di apprendimento, di relazione o di integrazione lavorativa e tale da determinare un processo di svantaggio sociale o di emarginazione".


CHI SONO I BENEFICIARI DELLA LEGGE 104?

La legge 104 riguarda i portatori di handicap che hanno una vita compromessa sia a livello lavorativo che sociale. Nello specifico, si parla di:

  • Portatori di handicap, ai quali spettano benefici diversi secondo la propria condizione:
    • portatori di handicap in situazione di gravità
    • Portatori di handicap non grave
    • Portatori di handicap superiore ai 2/3
  • Genitori di figli disabili gravi
  • Coniuge, parenti e affini entro il 2° grado
  • Parenti e affini entro il 3° grado
  • Stranieri o apolidi che abbiano residenza, domicilio o dimora stabile in Italia


legge-104Prima di andare avanti è importante soffermarsi sul fatto che la legge si riferisce solo ai portatori di handicap e non di invalidità.

Qual è la differenza? L’invalidità, anche se riconosciuta al 100% e che compromette la condizione lavorativa di chi ne è soggetto, non è necessariamente presentata da un portatore di handicap.

Al contrario, una persona portatrice di handicap può dimostrare di avere un’invalidità anche ad una percentuale più bassa.

La legge 104 distingue tre livelli diversi di gravità rispetto ad un handicap, e le agevolazioni in merito riguardano benefici fiscali e lavorativi.

L’invalidità intesa come riduzione della capacità lavorativa, darà diritto alle prestazioni assistenziali e ai benefici previdenziali come l’assegno di invalidità e l’anticipo del pensionamento.

 

COME DOMANDARE IL RICONOSCIMENTO DELLA 104

Per ottenere le agevolazioni collegate alla Legge 104 è prima necessario il riconoscimento dello stato di disabilità. Inoltre, il richiedente non deve essere ricoverato a tempo pieno in una struttura specializzata. Per domandarne il riconoscimento occorre muoversi nel modo seguente:

  1. Ottenere il certificato medico dal proprio medico curante, che rilascerà il numero di protocollo del certificatoLa legge 104 del 1992 ha lo scopo di incoraggiare e promuovere il diritto all'inclusione sociale e professionale dei disabili e delle famiglie che se ne prendono cura
  2. Il richiedente dovrà accedere al sito dell’Inps e inoltrare la domanda di accertamento dei requisiti sanitari. Questo passaggio si può fare soltanto con modalità telematiche, tramite il sito dell’istituto (per chi dispone delle credenziali di accesso), il contact center o altrimenti si può rivolgere al patronato
  3. Una volta ricevuta la richiesta, l’Inps fisserà un appuntamento presso una commissione medica Asl apposita, o se il richiedente è impossibilitato a spostarsi, una visita domiciliare
  4. Una volta effettuata la visita medica, la commissione Asl apposita dovrà dichiarare se la condizione della persona disabile è riconosciuta o meno, fermo restando che il protocollo della commissione medica può essere impugnato. La commissione medica Asl dovrà pronunciarsi entro 90 giorni dalla data di presentazione della domanda

A meno che la Commissione non decida entro 45 giorni dalla presentazione della domanda, la valutazione sarà eseguita in via provvisoria da un medico specialista nella patologia segnalata in servizio presso l'Asl che assisterà il paziente. La valutazione preliminare è valida fino alla valutazione finale della Commissione.

 

I DIRITTI RICONOSCIUTI DALL’ARTICOLO 33

L'articolo 33 della legge 104 stabilisce i diritti dei lavoratori disabili e dei familiari che li assistono. Le agevolazioni riguardano sia l’ambito lavorativo che fiscale.

Una volta ottenuto il riconoscimento, a prescindere dalla percentuale di invalidità, il disabile o le persone che gli forniscono l’assistenza, potranno accedere a svariate facilitazioni, quali:

  • 3 giorni di permesso retribuito oppure 2 ore ogni giorno
  • congedo straordinario di 2 anni (esclusivamente per il familiare che si prende cura della persona che presenta handicap)
  • prolungamento del congedo parentale fino a un massimo di 3 anni
  • detrazioni fiscali per:
  • agevolazioni per le spese mediche e sanitarie
  • detrazioni per i costi di assistenza

 

LE AGEVOLAZIONI LAVORATIVE DELLA 104

La legge prevede che i portatori gravi di handicap e i loro familiari possano godere, in ambito lavorativo, di una serie di agevolazioni, come i permessi retribuiti nella misura di tre giorni mensili.

È inoltre previsto anche che i familiari dell’invalido, così come l’invalido stesso, abbiano la priorità nella scelta della sede di lavoro; possono altresì rifiutarsi, indipendentemente dall’esistenza di validi motivi da parte della società, di trasferirsi dalla propria sede lavorativa, di prestare lavoro notturno, domenicale o festivo.

A ogni lavoratore che ha un parente gravemente malato spettano due anni di permessi indennizzati. Il beneficio è razionabile.

La Legge 104 tutela i genitori di un bambino gravemente malato nella misura in cui quest’ultimi possono fare appello all’istituto del congedo parentale, che permette di prendersi cura del figlio fino agli 8 anni.

I permessi per l’assistenza sono retribuiti dall’Inps.

Ma attenzione a non abusarne o a utilizzare i permessi per scopi personali.

 

DOVERI DEL DATORE DI LAVORO

Finora si è parlato soltanto dei doveri e dei benefici che la Legge 104 offre a chi è affetto da grave handicap o dai suoi parenti stretti. Spostando l’angolazione e guardando la legge dal punto di vista del datore di lavoro, egli è tenuto a:

  • garantire al dipendente che usufruisce della Legge 104 un permesso retribuito di 3 giorni al mese (o permessi giornalieri di 1 o 2 ore). Il datore non può rifiutarsi di concederei permessi, ma può richiedere una programmazione preventiva se tale programmazione sia possibile
  • anticipare in busta paga la retribuzione di tali permessi, che verrà poi conguagliata dall’Inps
  • Concedere al dipendente di assentarsi anche con poco preavviso, per assistenza tempestiva al proprio familiare. In questo caso la giornata non può coincidere con le ferie, perché il lavoratore ha diritto alle giornate di ferie
  • Concedere al dipendente di scegliere la sede di lavoro più comoda e vicina al proprio domicilio o a quello del famigliare  da assistere, compatibilmente con le esigenze aziendali
  • concedere il congedo di maternità o paternità straordinario, che può durare fino a 3 anni, così come il congedo da lavoro fino a 2 anni, che possono essere anche non continuativi
  • assumere persone con disabilità con una quota prestabilita dalla legge:
    • nessuna quota per le aziende con meno di 14 dipendenti
    • 1 lavoratore disabile per le aziende tra i 15 e i 35 dipendenti
    • 2 per le aziende che impiegano tra i 36 e i 50 dipendenti
    • un numero pari al 7% dei dipendenti per le aziende da 51 dipendenti in su
  • Non rifiutare la richiesta del lavoratore di trasformare il contratto di lavoro a tempo pieno in part time per un periodo massimo di 2 anni

 

AGEVOLAZIONI FISCALI

La Legge 104 non è solo permessi retribuiti! Sono previste infatti tutta una serie di agevolazioni fiscali per migliorare la qualità della vita del portatore di handicap e aumentarne l’inclusione. A tal proposito, la legge prevede facilitazioni per:

  • l’acquisto di veicoli e per il pagamento del bollo auto
  • per l’acquisto di prodotti informatici
  • per le visite mediche

 

LEGGE 104 PER L’ACQUISTO DI VEICOLI

La Legge 104 prevede una serie di benefici per quanto riguarda l’acquisto e il mantenimento degli apparecchi motorizzati. Le tipologie previste sono tra loro cumulabili:

  • Detrazione Irpef del 19% sul costo del veicolo
  • Pagamento dell’Iva sull’acquisto del veicolo in misura ridotta, pari al 4%
  • Esenzione perpetua dal pagamento del bollo auto
  • Esenzione delle tasse di iscrizione (IPT, APIET)
  • Esenzione fiscale per il trasferimento di proprietà
  • Benefici per la riparazione

 

ALTRI TIPI DI AGEVOLAZIONI FISCALI

  • I genitori che hanno un figlio disabile a carico hanno diritto, in base alla legge 104, alla maggiorazione di 400 euro sulla detrazione Irpef per figli a carico. L’importo varia in relazione al reddito complessivo
  • I familiari con una persona disabile a carico, hanno diritto a detrarre dal reddito i costi di assistenza, come le prestazioni Oss e le spese terapeutiche. A queste si aggiungono i costi dell’assistenza infermieristica e riabilitativa, ma anche spese per baby-sitter e badanti
  • Le spese mediche specialistiche e l’acquisto di mezzi per la deambulazione sono totalmente detraibili 
  • È prevista una detrazione Irpef del 36% per le spese dovute all’abbattimento di barriere architettoniche come costruzione di rampe e l’installazione di ascensori
  • È prevista una detrazione Irpef del 19% per l’acquisto di mezzi informatici. Le apparecchiature devono facilitare la comunicazione, l'elaborazione scritta o grafica, il controllo ambientale, l'accesso alle informazioni. Ad esempio possono essere detratti i computer, modem, fax, telefoni vivavoce, tablet e affini

Focus Esenzione Ticket.  Le persone invalide hanno diritto all’esenzione del ticket per le visite specialistiche garantite dal servizio sanitario nazionale. L’esenzione viene riconosciuta dall’Azienda Sanitaria Locale di residenza. Tuttavia, l'esenzione per disabilità non copre i servizi farmaceutici.

 

PENSIONE E LEGGE 104

Tra benefici concessi dalla Legge 104, c’è quello che riguarda il tema delle pensioni: infatti, i lavoratori che risultano invalidi oltre il 75%  hanno diritto a 2 mesi annui di contributi figurativi aggiuntivi, per riuscire ad andare in pensione fino a cinque anni in anticipo.

La Legge di Bilancio 2018 ha previsto che può accedere alla pensione anticipata anche chi, con 41 anni di contributi, assiste un familiare di secondo grado portatore di handicap. Il familiare che assiste il familiare è detto caregiver.

Nel dettaglio, i requisiti per accedere alla pensione in qualità di caregiver sono:

  • avere almeno 41 anni di contributi complessivi dei quali 12 mesi versati prima del compimento dei 19 anni, dal 2019  41 anni e 5 mesi perché collegato all’aumento dell’aspettativa di vita media
  • essere iscritto a una previdenza obbligatoria prima del primo gennaio 1996
  • assistere continuativamente, da almeno 6 mesi, un familiare convivente di 1° grado, oppure il coniuge o il partner, portatore di handicap grave secondo la Legge 104

 

DOMANDE E RISPOSTE SULLA 104 CHE NESSUNO HA IL CORAGGIO DI FARE

Cosa succede quando le vacanze si sovrappongono ai permessi della legge 104?

Se il luogo di lavoro dovesse chiudere per un periodo di ferie collettive che coincidono con i giorni di permesso assegnati al dipendete, il datore di lavoro deve riconoscere giorni di ferie supplementari corrispondenti a quelli non utilizzati per l'assistenza della persona disabile.

 

Se il datore di lavoro non vuole riconoscere le ferie al posto dei permessi?

Il datore di lavoro è obbligato a riconoscere le giornate di ferie dovute, nella misura prevista dalla legge e dal contratto collettivo. Sono previste delle sanzioni in capo al datore di lavoro se si dovesse rifiutare di concedere i giorni di ferie spettanti al dipendente.

 

Se il disabile vuole essere accompagnato in villeggiatura si possono fruire dei permessi legati alla legge 104?

La giurisprudenza non si è ancora pronunciata in materia. Bisogna tenere conto che la finalità dei permessi è assicurare l’assistenza del disabile, e che anche in vacanza va assistito. In base a questo assunto, chiedere i permessi legati alle legge 104 per accompagnare (e non per andare!) in vacanza il familiare gravemente malato non dovrebbe costituire un illecito. Ma, lasciare il disabile in mani altrui per andare in vacanza, utilizzando i permessi retribuiti e non le ferie, concretizza una truffa aggravata.

 

Si può riposare durante i periodi di permesso Legge 104?

La risposta è affermativa. Durante i giorni di permesso non è vietato riposarsi. Recentemente l’Inail, basandosi su una risposta del ministero del Lavoro, ha affermato che la Legge 104 non elenca un vademecum di comportamento durante l'utilizzo dei permessi a supporto per i disabili. Il lavoratore può anche usare alcune ore della giornata di permesso per riposarsi, in quanto la legge non pretende che il familiare debba essere assistito senza interruzioni. Naturalmente occorre sempre avere un comportamento legittimo e corretto, perché assentarsi per un lungo periodo di tempo e non mezz’ora è illegale e rende vano lo scopo della legge.

 

Posso andare a fare commissioni durante i giorni di permesso legati alla Legge 104?

La risposta è sì. L'aiuto non è solo assistenza fisica per la persona, ma può anche assumere la forma di attività utili o di supporto per i disabili, come l'acquisto di un farmaco, il pagamento di una fattura o altro. In riferimento all’interpello 30/2010 del Ministero del Lavoro, non esiste un elenco di attività possibili o lecite da fare durante i permessi 104 o le assenze.

 

Se ho più di un familiare portatore di handicap, i miei giorni di permesso si moltiplicano?

La risposta è negativa. L’Inps infatti, con circolare numero 28 del 2012 afferma: “il limite complessivo di durata del congedo è di due anni nell’arco della vita lavorativa del dipendente, indipendentemente dal numero dei familiari assistiti”. La circolare numero 32 del 2012 precisa: “Non è mai possibile per lo stesso lavoratore fruire del "raddoppio"; infatti un ulteriore periodo biennale per altri figli in situazione di disabilità grave è ipotizzabile solo per l’altro genitore”.

 

Photocredit by Matthew Horwood/Getty Images

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