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Tipologie dei contratti di lavoro prima del Jobs Act

Con la Legge Biagi del 2003 le forme di lavoro sono diventate ancora più numerose e variegate. Ecco le caratteristiche delle principali

di Mauro Introzzi

Dopo l’entrata in vigore della Legge Biaggi, il nome con il quale è sta battezzata la Legge numero 30 del 14 febbraio 2003 di Delega al Governo in materia di occupazione e mercato del lavoro, sono state introdotte alcune novità sulle forme di impiego più flessibili.
La Legge Biaggi ha quindi portato a più di una decina le tipologie di contratti di lavoro subordinato. Il lavoro subordinato è definibile come quello che prevede un rapporto gerarchico tra datore di lavoratore e lavoratore.

AGGIORNAMENTO 2019: le varie categorie dei contratti di lavoro sono mutate dopo il Jobs Act. Qui le tipoligie aggiornate - Le diverse tipologie di contratti di lavoro: caratteristiche e utilizzi

Le principali sono le seguenti:

Il lavoro a tempo indeterminato

Secondo la legge numero 247 del 2007, che determina le norme di attuazione del Protocollo del 23 luglio 2007 su previdenza, lavoro e competitività, un contratto di lavoro è “stipulato di regola a tempo indeterminato”.
In questo caso il contratto non prevede un termine e il lavoratore svolge il suo lavoro secondo una serie di mansioni e un orario stabilito e ha diritto a una retribuzione che non può essere più bassa di quella prevista dai contrati nazionali.

Il lavoro a tempo determinato

Il decreto legislativo 368 del 2001 ha introdotto la possibilità di inserire un termine nel rapporto di lavoro. Il lavoratore può ricorrere a un contratto a termine per ragioni tecniche (ad esempio perché manca in organico una figura con determinate professionalità), ragioni produttive o organizzative (come la necessità di soddisfare surplus di lavoro) e ragioni sostitutive (ad esempio per sostituire lavoratori assenti).
La scadenza deve essere adeguatamente motivata e riportata nel contratto in forma scritta.
Secondo la legge numero 247 del 2007 uno o più contratto a tempo determinato possono durare al massimo 3 anni, o 5 anni per i dirigenti.

Il lavoro part time

Il contratto part time prevede un tempo di lavoro inferiore a quello a quello pieno. Può essere di tipo orizzontale, se il lavoratore ha orari ridotti tutti i giorni, o verticale, se il lavoratore lavora a tempo pieno per una frazione della settimana. La tipologia del part time dev’essere specificata in forma scritta nel contratto.

Il lavoro interinale

Il lavoro interinale, conosciuto anche come “lavoro in somministrazione”, è una tipologia di contratto tra un'agenzia specializzata e un'impresa con cui la prima si impegna a fornire lavoratori, retribuendoli essa stessa, alla seconda. La somministrazione avviene a tempo determinato o indeterminato.

L’apprendistato

Quello di apprendistato è un rapporto mediante il quale un dipendente, che assume la qualifica di apprendista, ottiene dal datore di lavoro una formazione specializzata tale da garantirgli una successiva qualifica professionale. Il datore di lavoro ottiene la possibilità di usufruire di alcune agevolazioni contributive.
Il contratto di apprendistato, regolato dal decreto legislativo 276 del 2003 individua tre forme di apprendistato. Quello per l'espletamento del diritto-dovere di istruzione e formazione, quello “professionalizzante” per il conseguimento di una qualificazione attraverso una formazione sul lavoro e un apprendimento tecnico-professionale e quello per l'acquisizione di un diploma o per percorsi di alta formazione.

Il lavoro a progetto
Quella del lavoro a progetto è una forma di contratto introdotta nel nostro ordinamento con la legge Biagi nel 2003. Nel contratto deve essere specificato il progetto, che consiste in un’attività produttiva ben identificabile e collegata a un risultato finale o a una parte di esso.
Il contratto deve avere una forma scritta e indicare la durata della prestazione, il progetto da completare e il corrispettivo.
Non esiste la clausola di esclusiva, quindi un lavoratore a progetto potrebbe avere anche altri contratti di lavoro.

Il lavoro intermittente
Il contratto di lavoro intermittente, o a chiamata, è il contratto di lavoro introdotto dalla Legge Biagi, mediante il quale un lavoratore si pone a disposizione di un datore per lo svolgimento di una prestazione di lavoro su chiamata.
Il contratto deve specificare le esigenze che giustificano il ricorso a tale tipologia di lavoro, la durata del contratto, l'indicazione dei tempi e delle modalità con di richiesta della prestazione, tempi e modalità di retribuzione e le eventuali misure di sicurezza specifiche per l'attività.
Il rifiuto ingiustificato alla chiamata potrebbe essere causa di licenziamento.

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