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Curriculum vitae: cos'è e come si scrive

Il curriculum raccontare anzitutto chi ne è l’autore. Ma racconta anche il percorso di studi di chi scrive, le esperienze di lavoro e le posizioni lavorative occupate, le competenze e abilità lavorative

di Carlo Sala 21 nov 2019 ore 12:19

curriculum-vitaeIl curriculum vitae (Cv) è una sorta di biglietto da visita lungo. Il biglietto da visita descrive chi si è e che lavoro si fa, che posizione lavorativa si occupa, il Cv (resumé in inglese) fornisce molti più dettagli. Il curriculum raccontare anzitutto chi ne è l’autore. Ma racconta anche il percorso di studi di chi scrive, le esperienze di lavoro e le posizioni lavorative occupate, le competenze e abilità lavorative (skills). Descrive, ancora, gli interessi e gli hobbies, i punti di forza e quelli di debolezza. Il curriculum è insomma un quadro. E rappresenta non solo chi si è ma anche chi si potrebbe diventare sul lavoro.

 

I ‘capitolo’ di un curriculum

Un curriculum è sostanzialmente una biografia in capitoli. Alcuni di questi capitoli sono di fatto obbligatori, perché altrimenti il Cv non ha senso. Altri sono facoltativi.

Il primo capitolo racconta i dati anagrafici. Nome, cognome, data di nascita e recapiti sono essenziali. Pressoché indispensabile è anche una propria foto (appropriata per la ricerca di un lavoro). Poi si possono indicare stato civile, codice fiscale o partita Iva, profili social e quant’altro di strettamente personale appaia pertinente. Chi rientri in categorie protette, perché soggetto a invalidità, lo può documentare in questa sezione. Le aziende di grandi dimensioni sono obbligate ad assumere quote di lavoratori appartenenti alle categorie protette e di solito fanno annunci specifici.

Il secondo capitolo è dedicato alle esperienze lavorative che si siano già avute. Qui si descrivono quindi i datori di lavori per i quali si è lavorato, il periodo di tempo per il quale si è lavorato (da… a …), le ragioni di (eventuale cessazione) di un’attività lavorativa, le mansioni svolte e le qualifiche ricevute. E’ utile descrivere dettagliatamente i compiti svolti, sopratutto quelli più significativi, e i risultati raggiunti. Senza dimenticare che la sintesi fa la differenza tra un Cv agevole da leggere e uno invitante da cestinare.

Il terzo capitolo serve a raccontare il proprio percorso di studio e di formazione. Si tratta di evidenziare quali titoli di studio si possiedano oltre a quelli, scontati, della scuola dell’obbligo. Si tratta quindi di indicare scuole, università e master frequentati, periodo di frequenza (dall’anno…. all’anno), votazioni conclusive conseguite rispetto al punteggio massimo conseguibile, specializzazioni e sbocchi lavorativi verso cui i corsi di studio e formazione frequentati abbiano indirizzato.

Quarto e quinto capitolo sono dedicati alla conoscenza di lingue e tecnologie. Per ogni singola lingua che si dichiara di conoscere è bene precisare quanto la si padroneggi nel parlarla, ascoltarla, scriverla e leggerla. Di solito si usa una scala in base alla quale la conoscenza della lingua viene classificata come ‘scolastica, sufficiente, buona, ottima, madrelingua’. Se si hanno certificazioni della conoscenza della lingua (per aver frequentato corsi) è bene aggiungerle: rendono più oggettivo il grado di conoscenza indicato. In linea di massima, chi cerca lavoratori dà per scontata la conoscenza dell’inglese oltre a quella dell’italiano; quasi sempre chiede inoltre la conoscenza di un’ulteriore lingua straniera (non di rado viene anche indicata quale).

Per le tecnologie si tratta di indicare quanto si padroneggino il linguaggio SEO (quello che rende più facile trovare un testo su un certo argomento indicando una parola chiave su un motore di ricerca), le piattaforme di scrittura (tipo Wordpress, per citare la più nota), la confidenza con blog e social media, i sistemi Word, Excel, Powerpoint. Può essere più utile di quanto sembri indicare la confidenza con la posta elettronica e con i KPI (indicatori di prestazione chiave). La regola generale è indicare tutto quello che si conosce in ambito tecnologico. L’accortezza, non solo per quanto riguarda le tecnologie, sta nell’indicare conoscenze specifiche apprezzate da colui a cui si vuole inviare il curriculum.


Il sesto capitolo è incentrato sugli interessi e gli hobbies di chi scrive il curriculum. E’ un capitolo che può restare in bianco, perché non si hanno hobbies e interessi, non li si vuole raccontare o non sono pertinenti per il lavoro cui si è interessati. Quanto più ci si descrive, comunque, quanto più si può essere valutati.  Praticare sport estremi, per esempio, può dimostrare un’attitudine ad affrontare circostanze difficili.

La retribuzione è un’altro capitolo eventuale del curriculum. La retribuzione percepita nella mansione attuale o in mansioni precedenti può essere indicata descrivendo le proprie esperienze di lavoro. Quella che si vorrebbe percepire può essere indicata alla fine del Cv. Percepita o attesa che sia la retribuzione, sta a chi scrive valutare se è opportuno indicare tale voce nel proprio curriculum. Anche in questo caso, vi sono annunci di lavoro nei quali si chiede esplicitamente quali aspettative retributive si nutrano.

RAL, per chi non lo sapesse, significa retribuzione annua lorda.

Ancora: è utile indicare in quali tempi si è disponibili per un’attività lavorativa. Non di rado le offerte di lavoro chiedono di indicare tale disponibilità.
Utile è anche evidenziare quali siano i propri punti di forza e di debolezza. In questo modo si può anticipare una possibile domanda a un colloquio di lavoro e dimostrare di essere preparati per tale colloquio.

 

Come si scrive il curriculum

Per scrivere un curriculum si può fare da sé o utilizzare moduli già preconfezionati scaricabili da siti web. In quest’ultimo caso, spesso vengono forniti anche consigli per la compilazione. E può essere chiesto di pagare o abbonarsi per scaricare, stampare o inviare il Cv (magari quando si è terminato di compilare il curriculum).

Il curriculum non è un messaggino. Emoticon, abbreviazioni e simili sono assolutamente da evitare. Il rispetto delle regole di grammatica e sintassi è invece imperativo.

Un tipo di curriculum molto gettonato è il cosiddetto curriculum europeo. Tale Cv non è indispensabile, a meno che non sia espressamente richiesto. Utilizzarlo dà comunque sempre una buona impressione.
Il curriculum deve essere aggiornato. Man mano che si accumulano esperienze significative per la ricerca di un lavoro, è bene inserire tali esperienze nel Cv.

Il curriculum non deve essere unico. Si possono scrivere più curriculum, sopratutto se si tratta di inviarli a diversi destinatari e magari per posizioni di lavoro diverse. Studi e lavori pregressi, lingue e tecnologie conosciute non cambiano, qualunque sia la persona cui ci si rivolge e il lavoro che si vuole ottenere. Ma a seconda dell’interlocutore e della mansione può essere utile sottolineare di più certi aspetti di se stessi. 

Il curriculum può essere scritto in un’unica lingua o in più lingue (italiano e inglese per esempio). Oppure può essere predisposto in più copie, ciascuna delle quali in una lingua diversa. Inutile dire che occorre conoscere bene la lingua nella quale si scrive il curriculum.

Oltre al curriculum è utile allegare anche una lettera di presentazione. Quest’ultima non deve essere un doppione del curriculum ma deve essere specificatamente rivolta a un preciso possibile datore di lavoro. Mentre lo stesso curriculum può essere valido per più offerte di lavoro, la lettera di presentazione deve indicare le motivazioni per le quali si vuole un certo lavoro e ci si ritiene idonei. Deve quindi essere diversa di volta in volta.

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