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La domanda di disoccupazione: chi può farla, come e quando

La domanda di disoccupazione serve a ottenere un sostegno al reddito (un’indennità di disoccupazione nota come Naspi) quando si è perso il proprio lavoro per motivi indipendenti dalla propria volontà

di Carlo Sala 18 dic 2019 ore 12:39

domanda-disoccupazioneLa domanda di disoccupazione serve a ottenere un sostegno al reddito (un’indennità di disoccupazione nota come Naspi) quando si è perso il proprio lavoro per motivi indipendenti dalla propria volontà. Ma come si presenta la domanda di disoccupazione? Chi può farlo? Quali sono i termini?

 


Chi può presentare la domanda di disoccupazione

Può presentare domanda di disoccupazione chi è lavoratore subordinato, a tempo indeterminato o anche determinato, inclusi i lavoratori in part-time, somministrazione o apprendistato.

Vi sono però delle eccezioni. Nel dettaglio, possono presentare la domanda:

  • i lavoratori dipendenti;
  • gli apprendisti;
  • i soci lavoratori di cooperative con rapporto di lavoro subordinato;
  • il personale artistico con rapporto di lavoro subordinato;
  • i dipendenti a tempo determinato delle pubbliche amministrazioni.

Non possono invece presentarla:

  • i dipendenti a tempo indeterminato delle pubbliche amministrazioni;
  • gli operai agricoli, sia a tempo determinato che a tempo indeterminato;
  • i lavoratori extracomunitari con permesso di soggiorno per lavoro stagionale;
  • i collaboratori (per i quali al posto della Naspi è prevista la Dis-Col).

 

Quali condizioni consentono di presentate domanda di disoccupazione

La domanda di disoccupazione può essere presentata solo da chi è rimasto senza lavoro per cause indipendenti dalla sua volontà. Le dimissioni volontarie consentono di presentare la domanda soltanto se sono dovute a giusta causa.

Oltre all stato di disoccupazione per presentare la domanda occorre inoltre

  • avere almeno 13 settimane di contributi versati nei 4 anni precedenti l’inizio del periodo di disoccupazione;
  • aver lavorato effettivamente per almeno 30 giornate nei 12 mesi precedenti l’inizio del periodo di disoccupazione;
  • aver presentato al Centro per l'Impiego o all’Inps la dichiarazione di immediata disponibilità al lavoro (Did) ed aver sottoscritto il cosiddetto Patto di servizio personalizzato Naspi.

 

I termini per presentare la domanda di disoccupazione

La domanda per ottenere l’indennità (Naspi, nuova assicurazione sociale per l’impiego) deve essere presentata entro 68 giorni:

  • dalla data di cessazione del contratto di lavoro, cioè dalla data del licenziamento;
  • dalla data di definizione della vertenza sindacale o dalla data di notifica della sentenza giudiziaria;
  • dalla scadenza del periodo per il quale vale l’indennità di mancato preavviso;
  • dal trentesimo giorno successivo alla data di licenziamento per giusta causa.

Il termine di 68 giorni dalla data di cessazione del contratto di lavoro è sospeso  nei casi di maternità oppure di malattia o infortunio professionale per i quali sia prevista un’indennità; in tali casi il termine riprende quando si è concluso l’evento che ha determinato la sospensione.

LEGGI ANCHE: Sussidio di disoccupazione NASpI: requisiti, importo e durata per il 2019


Le modalità di presentazione della domanda di disoccupazione

La domanda di disoccupazione, cioè di Naspi, va presentata all’Inps attraverso il modulo SR156, scaricabile gratuitamente dal sito web dello stesso ente di previdenza. Occorre anche presentare il modulo SR163, che serve a indicare i dati per la corresponsione della Naspi.

La domanda va inviata per via telematica all’Inps. L’invio può essere effettuato:

  • dal diretto interessato, che sia in possesso di Pin Inps;
  • tramite Caf e patronati;
  • tramite il contact center Inps Inail, chiamando il numero gratuito 803164 da rete fissa o il numero 06164164 da cellulare (in questo secondo caso alla chiamata si applicano i costi previsti dal proprio gestore di telefonia mobile).

La Naspi può essere chiesta anche da chi percepisca reddito di cittadinanza. Le due misure di integrazione del reddito non sono infatti incompatibili tra loro.

 

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