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Salario minimo legale: la proposta di Matteo Renzi

Circa 10 euro come paga oraria minima per tutti i lavoratori dipendenti non coperti dai contratti collettivi nazionali. Il salario minimo legale è uno dei punti più importanti del progremma economico del Partito Democratico per la prossima legislatura.

di Marco Delugan 12 gen 2018 ore 15:57

E' una soglia minima sotto la quale non può scendere la paga, che sia oraria, giornaliera o mensile, di un lavoratore dipendente. L’introduzione di un salario minimo nella normativa italiana è stata proposta l’8 gennaio 2018 dal segretario del Pd Matteo Renzi durante un’intervista rilasciata al Quotidiano Nazionale. Sarebbe una novità per il panorama legislativo italiano, perché una retribuzione minima stabilita dalla legge in Italia non esiste ancora. Esistono invece tanti salari minimi, stabiliti dai contratti collettivi nazionali.

La proposta del partito democratico per le elezioni politiche 2018 prevede un salario minimo di 9-10 euro l’ora, che varrà per quei settori non coperti dai contratti collettivi nazionali. Anche se, come ha aggiunto via Twitter Tommaso Nannicini, docente di economia e responsabile del programma economico del PD, sarà una commissione indipendente a stabilirne concretamente l’entità.

Coinvolgerebbe il 15% dei lavoratori dipendenti. L’85% ha infatti rapporti di lavoro regolati da contratti collettivi nazionali che definiscono i minimi salariali di settore.

Altre forme di contrasto alla povertà che stanno animando la campagna elettorale sono il Reddito di cittadinanza M5S (anche se cos'è il vero reddito di cittadinanza lo trovate a questa pagina) e il Reddito di dignità. E in questo senso, uno strumento già in atto è il Reddito di inclusione sociale. Sono però tutte diverse da salario minimo legale perché quest’ultimo riguarda solo i lavoratori dipendenti.

 

COME FUNZIONEREBBE SE VENISSE APPROVATO

salarioNella normativa sul lavoro, il salario minimo legale definisce una soglia sotto la quale non può scendere la remunerazione dei lavoratori dipendenti, che sia oraria, giornaliera o mensile. Quello di cui ha parlato Renzi è il minimo orario.

Verrebbe applicato a quei settori dove non vigono contratti collettivi nazionali che già stabiliscono dei minimi salariali. Sarebbe uno dei più alti del mondo, pari all’80% della retribuzione mediana del paese. Nei paesi OCSE è normalmente fissato alla metà. E’ così nel Regno Unito, in Belgio e in Francia. Solo in Costa Rica e Colombia il salario minimo è alto come quello proposto da Renzi.

Nel grafico che segue, tratto da Il Post, trovate il salario minimo in rapporto alla retribuzione mediana del paese. Quello che vedete si basa su elaborazioni di Thomas Manfredi - ricercatore OCSE - su dati OCSE.

 

salario-minimo

 

Nell’introdurre il salario minimo legale l'Italia arriva quasi ultima tra i Paesi avanzati. Quasi tutti, come si vede dal grafico qui sopra, lo hanno già. E al luglio del 2017, il salario minimo legale vigeva in 22 dei 24 paesi dell'Unione Europea. Le soglie sono diverse, ma ci sono. In Germania è di 8,5 euro, in Francia di 9,6 euro, in Grecia di 3,3, mentre in Svizzera le soglie sono diverse per ogni cantone.

D’altro canto, in Italia l’85% circa dei lavoratori dipendenti è coperto dai contratti collettivi nazionali, che a loro volta definiscono minimi settoriali. Il “ritardo” è quindi spiegato da un sistema di contrattazione complessivamente diverso, e non necessariamente meno evoluto.

 

I PREGI DEL SALARIO MINIMO GARANTITO

In termini generali i sostenitori del salario minimo sottolineano l’importanza di diverse cose:

 

  • aumenta il reddito di almeno alcune fasce di lavoratori, i loro consumi e il loro tenore di vita;
  • riduce la povertà e le disuguaglianze sociali;
  • spinge le aziende a diventare più efficienti.

 

I DIFETTI DEL SALARIO MINIMO GARANTITO

Tra i difetti c'è l’aumento dei costi per le aziende, che a sua volta dipende dal livello del salario minimo stabilito dalla legge. In termini generali l’aumento dei costi può portare a licenziamenti, a pagamenti in nero, a esternalizzazioni verso il lavoro sommerso. E anche alla chiusura di aziende che per via dei costi più alti potrebbero non riuscire più a stare sul mercato.

 

LE PRINCIPALI OPINIONI DEI COMMENTATORI ITALIANI

Secondo alcuni commentatori italiani, come Dario Di Vico del Corriere della Sera, la soglia definita dal segretario del Pd Matteo Renzi potrebbe essere troppo alta. Così alta da renderlo sostanzialmente inutile perché inapplicabile.

E’ interessante in questo senso l’osservazione che ha fatto Mario Seminerio sul suo blog:

Il problema della proposta è che, se fosse stata correttamente posizionata, il numero risultante sarebbe finito intorno ai 5-6 euro, e Renzi sarebbe stato fucilato sul posto al grido di “affamatore”. Ecco così la proposta estemporanea, con un numero “realistico” ma al contempo non sostenibile.

Detto in altro modo: per renderlo affascinante per una campagna elettorale, un salario minimo così alto diventerebbe economicamente impraticabile.

Tra i favorevoli – oltre ovviamente ai proponenti - vi è anche il Presidente dell'Inps Tito Boeri. Come ha riportato Il Sole 24 Ore, secondo Boeri:

l’attuale sistema contrattuale su due livelli non funziona» e andrebbe sostituito con un «salario minimo orario legale che valga per tutti.

Contrario invece Marco Bentivogli, segretario del sindacato Fim-Cisl, per il rischio che un minimo stabilito per legge possa minare la contrattazione collettiva e il ruolo dei sindacati.

Favorevole, invece, uno degli avversari politici di Renzi e del PD, il segretario federale della Lega Nord Matteo Salvini.

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